Proprio ieri sera si sono conclusi gli Europei di calcio 2012, appuntamento che si è svolto tra gli stadi della Polonia e Ucraina. L’ultimo scontro, che ha tenuto molti telespettatori incollati agli schermi televisivi e nelle grande piazze italiane, è stato quello tra gli italiani e gli spagnoli, e proprio quest’ultimi hanno conquistato nuovamente il titolo di vincitori degli Europei, sconfiggendo la nazionale azzurra. Ma in realtà i veri sconfitti di questo grande evento sportivo sono proprio i cani, che sono stati uccisi in modo brutale per far “piazza pulita” per le vie delle città ucraine interessate per gli Europei tra cui Kiev, Kharkiv, Leopoli e Donec’k.
In realtà, il problema del randagismo e delle violenze sugli animali abbandonati per strada esistono da lunga data in Ucraina, ma proprio in questo momento sono emerse più che mai. Ciò si è potuto riscontrare anche sul famoso social network di Facebook, dove sono iniziate a circolare immagini forti di cani ammassati ed uccisi a bastonate o fucilate o ancora avvelenati in massa dall’autorità locali.
La stessa Uefa ha cercato di prendere distanze dalla fiume di sangue dei cani ucraini, emerso proprio in vista dei Campionati Europei, ma a nulla è servito poiché molti cani sono stati bruciati e buttati nell’immondizia o fosse comuni ricoperte successivamente di cemento. Insomma, gesti alquanto brutali per i quali si arriva a chiedersi se era veramente necessario accentuare la strage di randagi con gli Europei 2012. Ad oggi si contano 10.000 randagi, tra cani e gatti, uccisi in Ucraina: insomma, un vero e proprio sterminio di animali che, ci si augura, possa cessare anche nel caso non si ripetessero altri eventi importanti. Ora i riflettori degli stadi si spengono e, con questi, si spera che non saranno altri cuori degli amici a quattro zampe a spegnersi.