Il gatto Bimano o Sacro di Birmania ha una lunga storia legata al suo paese d’origine: l’attuale Myanmar che racconta di un sacerdote che venne ferito mortalmente mentre era in meditazione davanti ad una statua sacra. Si narra che il manto del suo gatto bianco si sia trasformato con sfumature dorate su tutto il manto, il muso scuro come la terra e le zampe candide perché appoggiate al morente padrone. Ovviamente nella leggenda fu merito di questo gatto se tutti i sacerdoti birmani si salvarono dall’attacco che di lì a poco avrebbero subito. Da lì il nome è stato dato a tutti i gatti delle stesse colorazioni dal quel giorno Sacri della Birmana.
Oltre ai colori di cui la storia narra, un’altra caratteristica fisica di questa razza è il colore azzurro degli occhi ed un pelo morbido e soffice. Le colorazioni poi variano dal completo bianco candido fino alle sfumature tigrate sul muso, tonalità più o meno scure accentuano il muso e le orecchie, la caratteristica che non deve mai mancare è data dai “calzini” bianchi sulle zampette.
Il Birmano se si può ironizzare non è solo sacro, ma anche santo perché ha un carattere buonissimo, si abitua ai bambini, è affettuoso, non disturba ed è molto fedele ai padroni, mentre verso gli estranei è solitamente indifferente. Questo gatto impara molto dai padroni, per questo non si deve forzarlo nell’educazione, ma trovare un equilibrio.